lunedì 28 settembre 2009

da "IL SANNIO QUOTIDIANO"___Valle Vitulanese: Padre Angelo, quel saio lungo... mezzo secolo

(Antonio Caporaso) E’ un giorno importante per la comunità cristiana della valle vitulanese che renderà il suo omaggio ad una grande figura religiosa che il comprensorio ha la fortuna di ospitare. La basilica della Santissima Annunziata e di Sant’Antonio di Vitulano sarà in festa. Una festa vissuta e sentita che tributerà giusto lustro a padre Angelo Falco, Guardiano della Fraternità Francescana di Vitulano. Per lui una giornata da trascorrere ricordando lo storico traguardo dei cinquantanni di ordinazione presbiterale. Una figura spirituale di altissimo pregio, un servo del Signore, un amico di tutti, sempre disponibili e fedele ai principi che lo hanno portato a vestire il saio che fu di Francesco d’Assisi. Padre Angelo Falco è il vero esempio della semplicità e della dottrina Francesca, “…un umile sevo al servizio della vigna del Signore”, ama dire riprendendo le parole del Vicario di Cristo in Terra, Papa Benedetto XIV. Questo invito la Fraternità Francescana intende estendere a tutta la valle vitulanese; la messa che avrà luogo nella basilica di Vitulano, alle ore 18.30, sarà presieduta dallo stesso padre Angelo e da padre Sabino Gente, Provinciale dell’Ordine. Abbiamo, per l’occasione, incontrato qualche giorno fa lo stesso padre Angelo Falco che con grande entusiasmo e con particolare commozione ci ha accolto parlandoci della sua missione spirituale. Cinquantanni vissuti in maniera eccellente. Cinquantanni che lo hanno portato a conoscere le realtà e le sofferenze in tutto il mondo. Una intera vita trascorsa al servizio del prossimo spogliandosi di tutto ed imbracciando la croce e sfidando le fatiche quotidiane per portare conforto in ogni dove. Sotto lo sguardo della Madre Celeste, presso la grotta eretta in onore della Madonna che costeggia la basilica di Vitulano, padre Angelo ha aperto il suo scrigno dei ricordi e subito dai suoi occhi si è sprigionata la luce della fede, quella luce che ogni cristiano vorrebbe avere con se e che si trova costretto ad inseguire per tutta la vita. Padre Angelo l’ha trovata fin da subito: “Una vocazione sbocciata a 22 anni; quando, contro il volere dei miei genitori mi rifugiai tra i fratelli di Francesco d’Assisi e trovai il conforto più grande della mia esistenza: vivere per glorificare Dio e mettermi al servizio del prossimo”. Inizia così con la voce rotta dall’emozione e con lo sguardo felice di chi ha avuto la fortuna di trovare Cristo sulla sua strada, il racconto dei cinquantanni di missione. Chi scrive, non nasconde che dalle parole di padre Angelo ha raccolto la stima per quell’uomo, semplice e pieno di vita che tanto ancora vuole dare alla gente. Una ammirazione che nasce dal suo racconto, dal modo di lodare e ringraziare il Signore Dio per ogni semplice cosa che la vita ci offre: dalla piccola ed insignificante pietruzza raccolta nell’aiuola del viale che porta alla magnifica Grotta, fino all’aranciata che ci accompagna durante il racconto. “Fui ordinato – prosegue padre Angelo – a Benevento il 28 maggio del 1959, fu il giorno più bello della mia vita. Più tardi ne ho conosciuto altri, ogni giorno è bello soprattutto quando vedi il tuo prossimo sorridere. Da quel 28 maggio di cinquantanni fa iniziò il mio pellegrinare che mi ha portato a girare 18 conventi. Il primo settembre ho compiuto due anni di presenza a Vitulano, due anni intensi e piacevoli”. Una vita vissuta al servizio delle comunità italiane all’estero, “… portando il conforto della terra natia, facendo sentire la presenza della fede a chi lasciava tutto a cercare di che campare. Sono stato – continua padre Angelo - negli Stati Uniti, in Canada, in Belgio, Germania e Svizzera. Qui ho conosciuto la realtà dei nostri emigranti, le loro difficoltà, il loro strazio e le loro sofferenze”. Un apostolato fertile e pronto ad aiutare il prossimo. “La testimonianza e l’esempio – chiude padre Angelo – sono le cose che contano. Il fedele vede nell’uomo di chiesa il cristo ed un nostro comportamento sbagliato mette in cattiva luce anzitutto la fede. Dobbiamo vedere Cristo nell’uomo. San Francesco ha rivoluzionato la Chiesa. La preghiera è la forza del mondo e l’eucaristia è la vitamina che ci aiuta a sopportare le fatiche che la vita ci presenta”. Basterebbero poche parole per racchiudere l’apostolato di padre Angelo Falco: una vita passata tra la gente.

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